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Milano, città d’acqua: scoprire la storia d’acqua meneghina

Milano, città d’acqua: scoprire la storia d’acqua meneghina è stato modificato: 2015-11-08 di Chiara Bucalossi

Mi Guidi propone la visita ad una mostra a tuttotondo, per calarci quanto più possibile in quella “Milano, città d’acqua”. Così lontana dalla nostra di oggi.

Parlando di Italia e di città d’acqua, la mente dei più corre a Venezia, la città lagunare conosciuta in tutto il mondo che gioca un ruolo da protagonista nell’immaginario collettivo quando si parla di rapporto tra urbanistica e l’elemento vitale per antonomasia. Eppure tornando indietro nel tempo e scavando nella memoria, con sorpresa scopriremo che la celebre repubblica marinara ha più cose in comune di quanto si creda con una città che il mare, come si suol dire, lo può vedere solo in cartolina: Milano.

Milano Città d’Acqua a Palazzo Morando è proprio questo: un viaggio nella memoria alla ricerca di quel rapporto con l’acqua che fino a poco tempo fa caratterizzava la vita degli abitanti di Milano. Una mostra Milano che, in 150 immagini d’epoca provenienti da archivi pubblici e privati e selezionate dal curatore Stefano Galli, intende così documentare la “storia d’acqua” di Milano a partire dalle cronache due-trecentesche di Bonvesin de la Riva e di Galvano Fiamma che descrivevano la città ambrosiana come ricca di rogge e canali lussureggianti e pescosi, e disseminata di mulini. Si passerà poi a documentare l’importante ruolo assunto dall’acqua per la difesa militare della città, nonché per la sua crescita economica e industriale.

Milano, città d’acqua

Una mostra che fa riflettere su come la vocazione alla fluidità di Milano e la sua spiccata predisposizione alla creatività, possa trovare anche una sua rispondenza nel suo passato legame con l’acqua. La mostra, che conterrà anche  documenti inediti e materiale cartografico, è stata promossa da Comune di Milano | Cultura, Servizio Musei Storici con l’Associazione Spirale d’Idee e rimarrà aperta dal 12 novembre 2015 al 14 febbraio 2016.

Grazie a Mi Guidi e ai suoi professionisti, ci sarà la possibilità e la fortuna di visitare questa mostra avvalendosi di una guida di eccezione, uno dei suoi curatori! Ecco un estratto del saggio scritto da lui e raccolto all’interno del catalogo della mostra: “Noi che non abbiamo memoria diretta della cerchia interna del Naviglio, coperta fin dal 1930, ce ne siamo costruiti un’immagine sui documenti figurativi…un ricordo indiretto, idealizzato, romantico, privo dei tanti aspetti negativi denunciati dagli osservatori dell’epoca: non ne avvertiamo l’«odore acuto di gamberi»; non ci figuriamo l’immondizia che troppo spesso vi galleggiava; non sentiamo nelle ossa il vapore umidiccio che ne promanava; non ci irritiamo per la noia di dover raggiungere il centro città attraverso un numero limitato di ponti, spesso stretti e scomodi. Sfogliare le immagini dell’epoca ci provoca invece un sottile incanto memoriale..”.

Il percorso espositivo è corredato da sezioni dedicate a curiosità quali la presenza di “fonti miracolose” e il mistero dei battisteri e delle fontane ottagonali; la storia dell’Idroscalo, costruito per ospitare l’atterraggio degli idrovolanti, e quella della Darsena che, per alcuni decenni, è stato l’ottavo porto italiano per traffico di merci. Poi ancora l’esperimento dell’uomo scafandro sul Naviglio Grande nel Settecento. A conclusione un excursus storico sugli impianti di depurazione delle acque reflue: dalle “marcite” di epoca cistercense (secc. VIII – X) ai moderni impianti di Nosedo e San Rocco.

Milano, città d’acqua

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