Alessandro Mendini

Le radici e la storia di Alessandro Mendini affondano a Milano, sua città natale e di formazione. È qui che nasce il 16 agosto 1931.
La sua vita professionale procede di pari passo con la sua attività intellettuale che cresce, assieme al suo nome, nel panorama internazionale.

Alessandro Mendini

Alessandro Mendini

Architettura e design sono i terreni privilegiati ma non esclusivi in cui si esprimono visione, tecnica e pensiero di un percorso professionale e artistico tuttora in divenire.

Le idee di Alessandro Mendini trovano spazio nelle opere così come nella sua intensa tensione intellettuale che lo vede dapprima alla guida di Casabella, quindi della rivista Domus, dove arriva per volontà di Giò Ponti, la cui influenza culturale resta presente in gran parte della sua opera.

Nel 1989 fonda, assieme al fratello Francesco, lo Studio Mendini, base operativa della sua generosa attività progettuale.

Collaborazioni

Tra le principali collaborazioni industriali di Alessandro Mendini, si annoverano numerosi brand che hanno fatto del design e della creatività la loro cifra distintiva: Alessi, Swatch e Samsung fra gli altri. Ma anche Bisazza e Venini. Cartier ed Hermès.

Segni indelebili nel paesaggio architettonico del belpaese restano il polo Natatorio di Trieste con la sua piscina olimpionica, la torre dell’orologio di Gibellina, la fabbrica Alessi e il forum museum di Omegna. Mentre nel mondo, il nome di Mendini è legato al Museo Groningen e alla sede della Fiera e della nuova triennale di Milano in Corea del Sud.

Il ruolo di Mendini, nel tempo, è andato oltre la sua attività professionale e ha dato forma ad un’incessante attività di ricerca espressa sotto forma di critica e di continua revisione del già visto. Ha aderito negli anni a diversi gruppi di pensiero come il movimento del Radical design, che lo hanno reso protagonista indiscusso della crescita e dell’evoluzione del design italiano. Aspetti che ne hanno consentito l’affermazione nel mondo.

Le creazioni

Tra le sue principali creazioni ci sono oggetti e complementi d’arredo entrati a pieno titolo nel panorama del made in Italy: la poltrona Proust, realizzata sul finire degli anni settanta e poi numerosi oggetti di uso quotidiano come quelli realizzati per Alessi. Filo conduttore mai smarrito, il binomio inscindibile fra la sua visione artistica e una costante analisi progettuale.


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