Nel cuore di Roma, a metà strada tra Pantheon e Piazza Navona, si trova il nuovo ristorante e cocktail bar progettato da COLLIDANIELARCHITETTO. Si chiama LIÒN e si inserisce all’interno di un edificio storico di epoca fascista: le linee audaci e i colori saturi in stile massimalista, si contrappongono all’austerità del Palazzo che lo accoglie, per restituire alla città frammenti della dolce vita.
A dispetto della posizione, LIÒN non si rivolge a un target turistico: luci soffuse e superfici specchianti invitano all’interno di un locale sofisticato, che con il suo piacevole dehors si affaccia su Largo della Sapienza.
Alla regia del progetto, Emidio Pacini, suo fratello Fabrizio e Andrea Girolami, imprenditori romani e proprietari della Tridente Collection, che hanno curato il recupero e la rivalorizzazione dell’intera area grazie alla realizzazione dell’hotel Palazzo Navona, la riqualificazione di via del Melone e l’apertura di LIÒN, ultimo tassello della loro visione.
LIÒN si sviluppa su due livelli: il piano terra, completamente proiettato all’esterno grazie alle grandi vetrate delineate da una spessa cornice di travertino, elemento tipico dell’architettura fascista romana, accoglie il ristorante; mentre il piano interrato, cui si accede attraverso una scala in marmo impreziosita da dettagli in ottone, ospita i locali di servizio, la cucina e la cantina dei vini.
Il cerchio costituisce la matrice generatrice degli elementi dinamici, dalle linee morbide e sinuose, che caratterizzano gli interni, dai fregi sottili e arcuati che avvolgono lo spazio, ai profondi screen a losanga tridimensionale della boiserie laccata colore ottanio, fino alle curve della serie di supporti che sostengono l’elemento portabottiglie sospeso sul bancone.
Mobili disegnati su misura, dove forma e funzione si compenetrano, come i cassetti portaposate o i vani porta-menù ornati di dettagli metallici, si distinguono per la loro estetica pop, in cui il cerchio è ancora protagonista.
Esili strutture metalliche incorniciano elementi trasparenti colorati, come i dischi sospesi sopra i tavoli in marmo nero o gli elementi a losanga del portabottiglie sopra al bancone, dando vita a un lessico formale etereo dal sapore contemporaneo. L’impiego di vetri colorati in pasta per la realizzazione di elementi decorativi architettonici è una rivisitazione contemporanea dei vetri piombati dei primi del Novecento; la scelta di geometrie essenziali e l’uso dei colori primari si ispirano, invece, alla ricerca di Wright sulla relazione dinamica tra schermi di luce e spazi interni continui e fluidi.
Le grandi colonne rivestite in mosaico trafiggono il lungo bancone dal rivestimento in vetro diamantato turchese dove su uno spesso piano in ottone fresato, gli acrobatici bar tender miscelano i loro cocktails.
“LIÒN è un universo di colori materiali e geometrie che si fondono con grande coerenza formale per offrire al cliente un’esperienza totalizzante tra design e cucina”, racconta l’Architetto Daniela Colli, fondatrice dello studio.
Anche l’uso del colore è ben modulato: ottanio, turchese, rosso dominano lo spazio e gli arredi, dalle sedie di velluto al divano continuo dalle forme avvolgenti, creando un insieme armonico di micro e macro elementi che compongono il progetto.
La raffinatezza delle forme e delle proporzioni restituisce un ambiente eclettico e innovativo, informale e al contempo elegante, dove prendersi una pausa con stile nel cuore di Roma.