Ville Savoye, a Poissy, Francia, è una residenza weekend , realizzata da uno dei principali maestri del Movimento Moderno, Le Corbusier e suo cugino Pierre Jeanneret, per Pier Savoye ed Eugenie, tra il 1929 e 1931.
La Ville Savoye è considerata una delle opere più emblematiche dell’autore in quanto in essa vengono applicati integralmente i suoi “cinque punti per una nuova archiettura”: i pilotis, il tetto giardino, la pianta libera, le finestre a nastro e la facciata libera. Ma non solo, essa è diventata manifesto dell’architettura moderna e dal 1965 è stata classificata come monumento storico.
ESTERNO
Posizionata al centro di un vasto giardino, non appena si arriva sul posto è bello scorgere tra gli alberi questa architettura , dalle forme libere, pure, semplici e schematiche (da apparire quasi brutalista), e se ne evince subito il suo forte rapporto con l’ambiente naturale, fondamentale per l’architetto, anche se si tratta cmq di un rapporto distaccato “ la casa poserà nel mezzo dell’erba come un oggetto” , così come predica il razionalismo, fortificato dalle tante finestre e terrazza che ne fanno un vero e proprio belvedere.
Le quattro facciate della Ville Savoye non sono, come sembrano, tutte uguali fra di loro. Due di esse hanno i pilots a filo di parete, mentre le altre due sono a sbalzo rispetto ai montanti, realizzando così la vera facciata libera
INTERNO
Entrando al suo interno non ci si accorge di quanto tempo fa la Ville avoye sia stata realizzata, un’architettura attuale che ti cattura, con i suoi profumi, colori e spazi, tutto ti avvolge e ti senti far parte della “storia”. Anche all’interno si trovano archetipi dell’architetto: la chicciola, il quadrato, la rampa.
Il quadrato (evidente in pianta)
E’ suddivisa in 4 piani:
PIANO INTERRATO: dove si trova la cantina
PIANO TERRA: dove si trovano il garage ed un alloggio di servizio
PRIMO PIANO: dove sono presenti un grande soggiorno, cucina, tre camere con servizi ed una grande terrazza a cui corrisponde un vuoto sul solaio sovrastante
SECONDO PIANO: secondo terrazzino
Foto: Maria Chiara Paccara