Vi è mai capitato di fare cose col cartone? Se l’avete fatto vi sarete accorti che alla fine di ogni lavoro il vostro laboratorio è letteralmente invaso da ritagli di ogni genere e dimensione, scarti inevitabilmente destinati al macero.
In questa confusione pensate che possa esserci qualche pezzo da salvare, che magari potrà esservi utile per i prossimi lavori e così iniziate a selezionare gli scarti da tenere e quelli da portare al cassonetto della carta. In realtà, salvo rare eccezioni, lo smaltimento degli scarti conservati è solo rimandato, perché il pezzo che vi serve lì non c’è quasi mai.
“Confusion” nasce da qui, da quella confusione, dagli scarti degli scarti. Nasce dal tentativo di recuperare anche parti che diversamente non utilizzereste mai, o di sfruttare quei cartoni grandi che trovate piegati e ripiegati su se stessi e dai quali non si riesce a ricavare praticamente nulla. E così con i pezzi più piccoli si riempie lo spazio della seduta e si rinforza la struttura, mentre dai cartoni più grandi, anche da quelli sciupati, si tagliano le strisce della tessitura principale e quelle del del rivestimento finale. Proprio queste ultime sono state ricavate da cartoni di qualità e colore diversi che alla fine hanno prodotto un interessante effetto cromatico sottolineato dal tessuto pregiato e vivace del cuscino che fa da contrasto alla povertà del cartone. Tessuto pregiato è vero, ma pur sempre avanzo del rivestimento di una poltrona sicuramente più ricca di questa, anche se forse, non altrettanto comoda.
Alla fine “Confusion” non è che un concept su cui riflettere e per farlo meglio non mi resta che sedermici, rilassarmi e chiudere gli occhi.