Architettura

Dal Capitano Fish Lab Restaurant

Dal Capitano Fish Lab Restaurant è stato modificato: 2018-01-15 di tipsarchitects

La storia del ristorante “Dal capitano” è la storia di una famiglia leader nel commercio del pesce da quattro generazioni, è la storia di un giovane capo (donna) alla guida di un giovane staff, è la storia di una giovane brigata di cuochi ambiziosi e con una spiccata predisposizione alla ricerca, all’innovazione ed alla sperimentazione.

Tre storie in cui ricorrono tre elementi: il pesce, il laboratorio, il ristorante -FISH, LAB, RESTAURANT-

Il locale è la scenografia di questa rivoluzione concettuale del ristorante classico e la ristrutturazione parte dal nuovo contenuto per configurare un nuovo contenitore.

Abbiamo progettato privilegiando un approccio empirico: in due momenti diversi ci siamo immaginati prima clienti affamati e poi membri del frenetico staff.

Gli avventori del nuovo fish lab restaurant intraprendono una nuova esperienza enogastronomica che coinvolge tutti i 5 sensi, varcare la soglia d’ingresso corrisponde al lasciarsi alle spalle la realtà per avventurarsi in un nuovo mondo: invitante, gustoso ed accogliente, raccontato attraverso la luce, la materia e la grafica; è difficile riconoscere i limiti oltre i quali la materia diventa grafica o la luce rivela la materia così com’è difficile stabilire i confini dei sensi coinvolti nella degustazione di un piatto.

“Rispetto alla configurazione originale abbiamo ripulito l’ingresso da tutti gli elementi che generavano uno spazio di attesa, privilegiando un rapporto di frontalità tra il banco e la sala lasciando campo aperto a nuove modalità di utilizzo dello spazio, più contemporanee -eventi, cooking show, after dinner, etc…- esaltandone il ruolo da contenitore.
Abbiamo giocato a nostro modo con il mare e con la pesca, immaginando una storia di prede e predatori per cui a finire nella rete sono delle palle di luce intrappolate in semisfere di ferro calandrato appese al soffitto, il bancone è uno scafo di legno d’abete incagliato, con la prua “arrugginita” a sbalzo lanciata verso la riva, le trame della carta da parati e dei listelli in legno disegnano reti più o meno fitte sulle superfici verticali tinte di grigio scuro, come la profondità”.

Le lampade pendenti si liberano come corde da intrecci e nodi, cadendo a piombo al centro di ogni tavolo per illuminare il piatto sfumando poi sui volti dei commensali: colleghi, amici o amanti che siano; un cielo stellato di faretti quadrati montati a rombo distribuisce luce diffusa, più fredda.

Lo staff, in maniera quasi esclusiva camerieri, percorre lo spazio del ristorante a due velocità a seconda che si dedichi al servizio in sala o all’approvvigionamento cucina-sala, bar-sala.
In un ristorante il funzionamento di queste dinamiche dev’essere preciso ma impercettibile agli occhi dei clienti, per questo è fondamentale stabilire i limiti determinati dai relativi raggi d’azione il cui fulcro è costituito dal blocco attrezzato bifacciale dedicato alle piccole preparazioni dal lato risvolto verso il banco ed a contenitore di stoviglie e vettovaglie verso la sala dove l’esplosione di luce dei vani a giorno è stata progettata nel dettaglio: strip led incassate nelle spalle laterali in legno e mensole in vetro su cui esporre esclusivamente bottiglie, che amplificano l’effetto.

I limiti che contengono gli spostamenti più frenetici ed intensi dello staff sono in realtà delle quinte strategiche, scenografiche e materiche costruite da una fitta sequenza di listelli di abete preaccoppiati ed in cui gioca un ruolo fondamentale la trasparenza: intrigante agli occhi dei clienti, logistica per i camerieri.

 

 

PROGRAM restaurant
CLIENT private
LOCATION Cremosano, IT
SIZE 400 m2
STATUS designed 2017, completed in 2017

CREDITS
tIPS ARCHITECTS
Via Di Rosa 29
Crema 26013
Arch Marco Venturelli
Arch Paolo Capuano
Fotografo
Daniele Pavesi

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