Il progetto nasce dalla riconversione di un vecchio edificio al capolinea della linea ATM Milano-Trezzo , che ospitava ristorante e foresteria per i dipendenti della ferrovia di fine ‘800, in un locale accogliente e informale, che mantenesse la vocazione conviviale del vecchio edificio.
Lo spazio è stato trasformato unendo i locali del vecchio dopolavoro, e conservando la suddivisione in tre diversi ambienti, che possono essere declinati a diversi usi: pranzo, take away, aperitivo, e cena.
L’ingresso è definito da un grande bancone da bar con sedute alte e sgabelli e un lungo tavolo; le due sale successive ospitano tavoli più piccoli e una zona con divani e poltroncine vintage.
L’ambiente è caratterizzato dall’uso di materiali tradizionali come il legno, usato per i rivestimenti verticali (il bancone del bar e la parete antistante le cucine) e gli arredi, ed il ferro.
Durante i lavori di restauro sono stati rilevati e messi in evidenza i soffitti originali in legno,nascosti dai controsoffitti in cannicciato e gesso.
I tavoli sono stati realizzati artigianalmente dai due fratelli Nicolò e Jacopo Pepe -soci del locale con lo chef Giorgio Perego- che hanno reimpiegato vecchie assi dell’edificio preesistente.
Gli elementi in ferro d’arredo, in particolare gli sgabelli e le lampade a sospensione riprendono gli elementi in ferrofinestra della porta d’ingresso evocando così il passato industriale dell’edificio.
Il materiale usato per rivestire il pavimento e il piano orizzontale del bancone bar richiama la breccia tipica dei palazzi lombardi.
La parete di cementine colorate che fa da sfondo ai piccoli salotti enfatizza la vocazione vintage del locale. Il dehor con una grande terrazza, è allestito con sedute imbottite e luci soffuse.
iarchitects si è occupato anche del brand design e dell’immagine coordinata, scegliendo una linea grafica minimale per l’insegna e la serie di complementi (tovagliette, doggy bag, contenitori take away, bottiglie)
“Ci stiamo trovati, come spesso accade, un edificio storico affascinante, nascosto dietro a rimaneggiamenti che nel corso del tempo, ne avevano cambiamo la fisionomia” spiega l’architetto Davide Cumini. “ L’idea era quella di restituire lo spirito del luogo, lavorando su alcuni caratteri importanti che ne raccontano l’identità. Per esempio, abbiamo eliminato i controsoffitti in gesso, che coprivano l’orditura in legno originale, per ritrovare l’antica bellezza: ora si susseguono tre spazi scanditi dalla storia dei soffitti, che creano un percorso da fare con il naso all’insù. Abbiamo voluto esplicitare i riferimenti al passato anche nei materiali utilizzati, come il il rivestimento del pavimento e del piano del banco bar, che richiama la breccia tipica dei palazzi lombardi. O la grande parete di cementine colorate che porta alle cucine: l ’intero locale è stato trasformato seguendo un’interpretazione quasi melanconica dei vecchi ritrovi del dopolavoro”.