A distanza di 50 anni dall’ultima partecipazione (Triennale XIV-1968) e in occasione dei 500 anni dalla fondazione della città dell’Avana (San Cristóbal de La Habana – 1519), Cuba torna alla Triennale di Milano per la XXII Esposizione Internazionale, intitolata “Broken Nature: Design Takes on Human Survival”.
Nell’ambito della mostra, che si interroga sul ruolo del design nel difficile rapporto tra uomo e natura, il Padiglione di Cuba propone la straordinaria esperienza delle Scuole Nazionali d’Arte dell’Avana. Si tratta di un complesso nato dal preciso desiderio di Fidel Castro e Che Guevara che Cuba offrisse l’insegnamento delle arti ai giovani cubani e a quelli provenienti da tutti i paesi in via di sviluppo. Le Scuole sono esempi non convenzionali di architettura organica che stabilirono un rapporto di mutuo scambio con la natura tropicale che le circonda. Nonostante le difficoltà e l’inevitabile trasformazione che le strutture hanno subito nel tempo, sono tuttora un luogo fertile e denso di stimoli per la creatività e la nascita di nuovi talenti.
Per raccontare passato, presente e futuro delle Scuole Nazionali d’Arte dell’Avana, il curatore del Padiglione Jorge Fernández Torres, in collaborazione con un ampio gruppo di lavoro, ha utilizzato materiali inediti realizzati dagli stessi studenti e professori dell’ISA (Universidad de las Artes). Si tratta di una suggestiva serie di immagini e video che supera i confini della classica iconografia storico/architettonica, documentando dall’interno gli esiti di un esemplare e tuttora vivo processo di integrazione e contaminazione culturale.
L’interesse dell’esposizione si lega anche al contributo italiano, sia alla nascita delle Scuole d’Arte sia all’attività in corso per il loro rilancio. Al progetto dei cinque diversi edifici – progettati e costruiti tra il 1961 e il 1965 – lavorarono, insieme all’architetto cubano Ricardo Porro, anche gli italiani Roberto Gottardi e Vittorio Garatti
dividendosi i progetti (Scuola di Arti Plastiche e Musica a Ricardo Porro, Balletto e Danza Contemporanea a Vittorio Garatti e Arte Drammatica a Roberto Gottardi). In un clima di totale libertà creativa, i tre giovani architetti progettarono edifici che incarnano l’essenza della “cubanità”, mantenendo ciascuno una impronta personale. Il loro apporto fu determinante per lo sviluppo di un complesso di grande fascino e originalità, ma anche capace di resistere alle ingiurie del tempo, lasciando aperta la prospettiva di nuovi interventi di restauro e completamento – solo due dei cinque edifici furono completati all’epoca.
La mostra alla XXII Triennale di Milano è quindi l’occasione per presentare due recenti progetti italiani che si occupano della rivitalizzazione del complesso delle Scuole d’Arte, inserito nella Watch List del World Monument Fund (2000) e nella World Heritage Tentative List dell’UNESCO (2003). Il primo ha per oggetto la redazione di un Piano di Conservazione e Gestione dell’intero complesso. Il progetto è coordinato dal Politecnico di Milano, con la Princeton University, l’Università di Parma, Assorestauro e il Comitato Vittorio Garatti e finanziato dalla Getty Foundation nell’ambito del programma Keeping it Modern.
Il secondo, finanziato dall’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) del MAECI (il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) prevede il restauro, il consolidamento strutturale e la rifunzionalizzazione della Scuola di Teatro di Roberto Gottardi, con la consulenza tecnica del Dipartimento DiDA dell’Università degli Studi di Firenze.
Il padiglione Cuba alla XXII Triennale di Milano è espressione del Ministerio de Cultura de Cuba/Consejo Nacional Artes Plásticas attraverso la commissaria Norma Rodríguez Derivet.
Il curatore è Jorge Fernández Torres Direttore del Museo Nacional de Bellas Artes de Cuba e co-curatori Christian Zecchin e Umberto Zanetti. La mostra è patrocinata dall’Embajada de Cuba en Roma e dal Consulado de Cuba en Milán.